Una Bionda in carriera è ancora troppo ‘bionda’?

Eileen Carey ha 30 anni, ed è CEO di Glassbreaker, una software house californiana, fondata nel 2014. Lo scorso mese di settembre ha fatto il giro del web la sua storia, dopo che in un in un’intervista alla BBC aveva dichiarato di aver deciso i cambiare il proprio look (scurendosi i capelli, ricorrendo agli occhiali da vista e ad indumenti dalle linee ‘androgine’) e imbruttendosi per essere presa sul serio dagli investitori , e non essere costantemente ‘apprezzata’ dai colleghi per via della sua femminilità.

Eppure sul suo profilo LinkedIn appare ancora nella sua versione ‘bionda’: una giovane donna, capelli lunghi, carina, viso pulito, giacca e top neri. Sobria e professionale.

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Molto diversa dalla foto che accompagna la notizia del cambio immagine (ovvero il ‘traguardo’ per cominciare ad essere presa sul serio dagli investitori): capelli scuri e occhiali da ‘nerd’. Che però sono di una forma sbagliata per il suo viso: pesanti e con le lenti decentrate rispetto agli occhi. E la prima sensazione che trasmette è quella di una persona goffa, un po’ a disagio. Avrebbe invece potuto scegliere un modello che nel darle autorevolezza, fosse adatto al suo viso anziché soffocarlo. Non bisogna aver paura di valorizzarsi. E anzi, ciò rafforza anche la comunicazione della nostra autenticità._97629989_eileen-carey_dark-hair_instagram.png

E per quanto riguarda i capelli, era davvero un problema tenerli biondi? Un fondo di verità può esserci visto che il castano fa apparire più ‘maturi’ mentre il biondo è più etereo e ‘naif’. Tuttavia le sarebbe bastato un buon taglio: anziché tenerli lunghi e sciolti sulle spalle come una liceale, un carré medio le avrebbe conferito più carattere senza doversi tingere.

Ha anche dichiarato di aver rinunciato ai tacchi alti per non essere considerata come un oggetto sessuale da parte dei colleghi. Se la rinuncia ai tacchi alti sul lavoro appare ragionevole, perché poco adatti a camminare stabilmente e con una buona postura, ciò non significa che i tacchi debbano per forza essere banditi sul lavoro: anzi, se leggermente strutturati e non troppo alti possono dare ‘statura’ anche in senso metaforico, importanza e presenza professionale.

Nella sua scelta ha però fortemente influito madre, attivista e femminista negli anni ’80, che non ha mai portato tacchi, ha sempre avuto capelli corti, non ha mai usato make-up, non ha mai indossato un abito. E Carey stessa ha affermato, “mi sento proprio figlia sua, perché non mi piace truccarmi, non mi piace indossare tacchi, e sul lavoro voglio solo sentirmi comoda”.Schermata 2017-09-14 alle 11.45.43

Per questo ha ammesso di indossare capi dalla vestibilità comfort, scostati dal corpo, uno stile androgino che la mette al riparo dagli apprezzamenti di carattere sessuale. E che forse viene incontro anche ad un suo bisogno di base, ovvero sentirsi comoda e minimale.

Eileen Carey ha fatto la sua scelta, anche indirettamente influenzata dalla madre, e sicuramente condizionata – o esasperata – dal sessismo molto presente negli ambienti lavorativi nella Silicon Valley.

Ma quello che voglio dire, alle donne bionde, giovani, in carriera, che IMBRUTTIRSI non è una via percorribile, perché è un po’ come nascondersi e negarsi . Insomma, può essere un escamotage, una soluzione nel breve periodo, ma NON E’ CERTAMENTE LA SOLUZIONE LUNGO PERIODO!

E per darvi un esempio su come poter essere leader ed essere femminili sia possibile, vi cito come esempio Marissa Maye, ex AD di Yahoo, che tra abitini a microstampe, capelli biondi e tacchi è riuscita ad interpretare il suo stile femminile in versione corporate senza mai perdere di credibilità.

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